"Prospettive interessanti"

Non è  che sia un tema completamente nuovo ma mi è parsa importante la casualità con cui mi è capitato di leggere un saggio sul carattere urbano della residenza sul nuovo numero di Casabella e la proposta di legge regionale (Abruzzo) sul governo, la tutela e l'uso del territorio in sostituzione della L.R. 18/83.
Entrambi, ovviamente da punti di vista differenti pongono, tra gli altri, il tema della densità e della rigenerazione urbana.
Se la rivista lo fa con un carattere scientifico/analitico mettendo in risalto un rinnovato interesse per l'abitare urbano indagando il rapporto tra casa e strada ma anche tra le parti e l'insieme delle città,  la proposta di legge regionale lo fa dal punto di vista normativo, disciplinando  finalmente la materia della trasformazione e del riuso del territorio urbanizzato nella regione Abruzzo. Da entrambi risulta evidente come, partendo dal valore economico ed ecologico che coinvolge il consumo di suolo, l'approvvigionamento delle risorse e la mobilità di persone e cose, si imponga necessariamente una attenta riflessione sul costruito esistente: il disegno del domani parte dall'immagine del presente, e dallo studio di strutture e infrastrutture già presenti sul territorio, affidando necessariamente al progetto il ruolo di guida e di compromesso delle questioni in campo.

La bellezza delle città

Con un pezzo molto interessante, Ernesto Galli Della Loggia, oggi sul Corriere si interroga sulle cause del declino dei luoghi della bellezza italiana, siano essi grandi che piccoli, ovvero dalle grandi città monumento ai borghi di piccole dimensioni. Nella sua realistica e condivisibile narrazione pone comunque l'accento sul patrimonio storico urbano che ci deriva da un percorso storico complesso: come ridare dignità a questi luoghi?

Se questa questione assume fondamentale importanza, considerato che stiamo fortemente avvicinando il punto di non ritorno, compromettendo irrimediabilmente lo straordinario patrimonio a noi dato in custodia, il tema stesso sembra rivolgere lo sguardo esclusivamente verso il passato, o comunque ciò che è stato in grado di costruire.

Questo sembra però rivolgere l'attenzione solo su una parte (seppure di enorme, anzi fondamentale importanza) del sistema complesso che rappresenta una città o un borgo anche di ridotte dimensioni. 

Quello che ad oggi non si intravede, è la discussione relativa al progetto e alla costruzione dei luoghi del futuro. Sembra essere svanita la possibilità di immaginare i luoghi del futuro. Con questo non intendo che manca un'idea di "dottrina", formula valida per le "magnifiche sorti e progressive", ma a parte il dibattito della ricerca, di alcune "comunità virtuose", risulta assente un serio dibattito culturale ampio che appassioni le amministrazioni territoriali nonchè larga parte della popolazione capace di esprimere quanto meno le proprie esigenze.

L'importanza e la necessità del tema merita ovviamente ulteriori approfondimenti; tale breve nota deve considerarsi solo una spia, un allarme che bisogna necessariamente lanciare, al fine di contribuire alla promozione preliminare di un dibattito fondamentale e non più rinviabile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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